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Presentazione

 

 

Il “Centro Studi Internazionale “Dimore della Sapienza””, associazione senza fini di lucro e senza legami di appartenenza politica o religiosa, che ha carattere volontario, apartitico e asindacale, alla luce dei principi e delle dottrine della Tradizione intesa come Conoscenza primordiale di origine non umana, patrimonio comune di differenti popoli e civiltà, e partendo dalla confutazione del mito progressista e del pensiero illuminista e dei suoi princìpi (empirismo, agnosticismo antimetafisico, razionalismo, relativismo), si propone la promozione e il sostegno:

 

  • di una visione unitaria dell’esistenza, dell’uomo e delle scienze, in cui l'uomo e la natura sono parti di uno stesso "organismo" nella sua totalità, e non parti separate che interagiscono

  • di un’esperienza comunitaria, anti-individualistica, rivolta alla maturazione della personalità, alla conoscenza di sé e all’attuazione delle proprie potenzialità interiori, affinché lo sforzo della ricerca, la volontà di sapere, il perseguimento della conoscenza diventino una pratica di vita

  • di una riscoperta del significato autentico e dell’insegnamento vero delle Antiche Arti e Scienze tradizionali

  • dello studio e della comprensione delle diverse tradizioni culturali e religiose, nonché il dialogo, la cooperazione e lo scambio di esperienze e conoscenze tra i popoli e le culture al fine di raggiungere un reciproco arricchimento spirituale, culturale e sociale.

​

     Il Centro Studi si propone altresì di offrire collaborazione e assistenza culturale, scientifica, professionale, a tutti coloro che siano interessati alla sfera di attività del Centro Studi. Per il raggiungimento di tali scopi sociali, il Centro Studi, operando sia a livello nazionale che internazionale, ha per oggetto:

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  • l’attività di studio, ricerca, approfondimenti, documentazione e formazione nelle diverse scienze, discipline e branche dello scibile;

  • la promozione e l’organizzazione con il coinvolgimento del pubblico e l’ausilio di docenti, relatori e ospiti di qualunque nazionalità, di: corsi, lezioni, sale di lettura, conferenze, concorsi, borse di studio, convegni, dibattiti, laboratori, gruppi di studio, seminari, cineforum, viaggi, visite e scambi culturali, corsi di lingue, pubblicazioni di riviste e libri a carattere scientifico e divulgativo, mostre artistiche e di artigianato, concerti, presentazioni di libri, siti internet, blog e forum, collaborazioni scientifiche e scambi di esperienze e conoscenze fra studiosi e ricercatori

  • la creazione di biblioteche e archivi per documentazione 

 

Il Centro Studi sarà suddiviso in unità organizzative definibili “Dipartimenti”, dedicati ognuno alla ricerca e allo studio di un determinato ambito disciplinare o scientifico, e potrà anche istituire un Comitato scientifico composto da studiosi, esperti e personalità riconosciute nelle diverse scienze e discipline. 

 

 

IL NOSTRO SIMBOLO

 

"LA SIMORGH" - simbolo di conoscenza e aspirazione al sapere

 

Simorgh è il favoloso uccello simbolo della divinità narrato dallo gnostico Farid-ad-din 'Attar, uno dei più grandi poeti dalla letteratura persiana, vissuto a cavallo tra il XII ed il XIII secolo. Nell'opera Il verbo degli uccelli, 'Attar racconta che su centomila volatili solo trenta (Si-morgh significa infatti il "Trenta-uccelli") riescono a giungere alla corte dopo un viaggio attraverso le sette valli della gnostica via, per scoprire come in uno specchio che la divinità è in loro e loro stessi sono la divinità.

Essi erano il Simurg e la fine del viaggio
guardano il Simurg e fissano sè stessi
ed hanno un altro Simurg di fronte
guardano entrambi e che i due sono uno
che quello è questo, questo e quello,

e il fine è raggiunto.
 

     Il racconto inizia con un’era di caos in una comunità di uccelli. Gli uccelli vedono che ogni altro gruppo animale ha delle guide ben definite, e crescono preoccupati di non averne una. Un uccello, l’Upupa, assicura alla sua comunità di conoscere una guida chiamata "Simorgh", una mitica creatura dalle piume bellissime, che vive al di là dei confini del mondo, coperto da veli di luce e tenebra, e si offre di guidare gli uccelli in un viaggio che li porti a incontrare la loro futura guida. A ogni modo molti resistono, impugnando varie motivazioni. Ma la saggia Upupa riesce a penetrare nell’animo degli uccelli, a vederne segreti, paure e aspirazioni, per cui riesce, in qualità di esperto organizzatore della comunità, a motivare e convincere ogni uccello tirando fuori da ognuno di essi la parte migliore, ben sapendo che comunque non tutti avrebbero avuto l’energia, l’interesse e le predispo-sizioni necessarie per arrivare a compiere l’impresa. Ma l’importante era provarci, e far capire l’importanza di farlo insieme.

     Gli uccelli decidono quindi di partire alla ricerca della Simorgh, e lungo il viaggio affrontano difficoltà e ostacoli di ogni sorta, delle “prove” nelle “sette” valli che alla fine solo in trenta riescono a superare, arrivando al palazzo della Simorgh. Con grande trepidazione i trenta uccelli entrano finalmente nel palazzo per incontrare la loro Guida, ma trovano solo una stanza vuota con una vasca piena d’acqua. Essi si avvicinano e, vedendo il proprio riflesso, comprendono finalmente che sono essi stessi la Simorgh (in persiano, come detto, “si-morgh” vuol dire “trenta uccelli”).

 

Le anime confuse e umiliate di quegli uccelli si annienteranno compiutamente

e i loro corpi arsero sino a ridursi a mucchietti di cenere.

Non appena si furono spogliati di ogni terreno aspetto,

vennero rivestiti della vivificante luce emanata da quella presenza,

e in tal modo per loro iniziò un’esistenza radicalmente diversa…

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